La diversificazione del portafoglio: l’ abc dell’investitore

Non riesco a capire perche’ un investitore dovrebbe acquistare dei titoli che sono la sua ventesima scelta, anziche’ semplicemente aumentare il peso delle sue migliori scelte”(Warren Buffett)

 

La diversificazione del portafoglio e’ uno dei principi  maggiormente conosciuti  della gestione degli investimenti, avendo raggiunto anche le persone piu’ digiune di concetti finanziari. Banalizzando, corrisponde al concetto di “non mettere tutte le uova nello stesso paniere”, dove le uova corrispondono ai nostri risparmi, e  invita quindi l’investitore attento a non collocare tutta la propria ricchezza in un unico investimento.

E’ evidente che se investiamo  tutto il nostro capitale in un unico titolo (per esempio Saipem , che in un giorno perde il 40%, o Parmalat, che in qualche settimana si azzera), corriamo un forte rischio…

Comprando 3 o 4 titoli differenti  il risultato ovvio sarebbe un rendimento “medio”, piu’ alto del titolo peggiore, piu’ basso del titolo migliore. Questa “diversificazione” non ci salverebbe dall’evenienza che tutti i titoli del nostro portafoglio potrebbero comunque  scendere, lasciandoci la magra consolazione di aver fatto meglio dei peggiori !  Inoltre, al crescere del numero dei titoli acquistati, corrisponde  un incremento delle spese per commissioni. Questo tipo di “diversificazione” non tutela i nostri risparmi !

Spesso si trascura il concetto che  piu’ un portafoglio e’ diversificato, piu’ avra’ risultati simili al mercato. Poniamo che si  decida di  investire sul  mercato azionario americano: scegliendo uno, o pochi titoli, presumibilmente il mio rendimento  si discostera’  da quello di un indice rappresentativo del mercato (poniamo il Dow Jones); al crescere del numero dei titoli inseriti nel portafoglio la differenza con l’indice tendera’ invece a diminuire. Con 30 titoli (tutti i componenti del Dow Jones) la differenza sara’ nulla. In questo caso  sarebbe  decisamente piu’ conveniente acquistare un etf , che per definizione  riproduce esattamente la prestazione dell’indice.

Uno dei limiti della maggior parte  dei fondi comuni di investimento e’ proprio la grandissima diversificazione che li rende simili ad  etf, ma con l’aggravio  di  commissioni piu’ elevate. Un buon gestore  dovrebbe, al contrario,  selezionare oculatamente ! James Montier,  sofisticato studioso dei mercati finanziari, nel suo “Penso dunque investo”, osserva come gli investitori di maggior successo gestiscano portafogli  molto concentrati e siano quindi molto selettivi nella scelta degli investimenti.

L’illusione di diversificare comprando semplicemente “diversi titoli” e’ piuttosto diffusa. Per non parlare di chi pensa di aver “diversificato” avendo tre consulenti,  quindi  tre fondi comuni azionari di societa’ di gestione diverse (che pero’ contengono gli stessi  titoli !)

Un approccio  piu’ sofisticato alla diversificazione utilizza lo strumento della correlazione statistica , vale a dire la ricerca sui dati storici, di  investimenti tra loro “decorrelati” (quando uno scende, l’altro sale). L’esempio tipico e’ rappresentato dall’oro e dalle azioni: il primo efficace nei momenti “difficili”,  le azioni valide per le fasi di espansione economica. L’approccio sembra interessante, ma ha dei limiti strutturali.

Innanzitutto le correlazioni tra strumenti finanziari non sono stabili, ma variano nel tempo. Inoltre l’ideale, in questo caso,  sarebbe quello di  trovare strumenti fortemente “decorrelati “, ma l’evidenza storica e’ che nei momenti di forte crisi la correlazione tra gli strumenti tende ad aumentare, in termini semplici “scende tutto”, comprese le materie prime,  le azioni piu’ solide  e le obbligazioni ,  perche’ c’e’ una corsa alla liquidita’.

Inoltre a ben vedere anche in questo caso il risultato in termini di rendimento rischia di essere deludente : ho perso sui titoli azionari, ma ho guadagnato sull’oro (o viceversa), con un risultato complessivo comunque non esaltante.

Concludo con un’altra citazione da Warren Buffett, un investitore che ha avuto risultati certamente “interessanti”, con un portafoglio sempre piuttosto “concentrato” :

 “diversification is a protection against ignorance, but it makes very little sense for those who know what they are doing”.