I prodotti postali

Investiga con attenzione quando investi. Spendi tanto tempo nell’ analizzare l’investimento quanto ne spendi nel guadagnare denaro (Brian Tracy)

 

 

Le Poste[1] sono praticamente una banca: vendono polizze assicurative, fondi comuni , obbligazioni strutturate, certificati… quindi, come le banche, sono in pieno conflitto di interessi col cliente. Come per le banche, quello che per il cliente  e’ investimento, per loro corrisponde a una fonte di  finanziamento. Occorre sempre tenere presente che un aumento di rendimento per noi,  rappresenta per  gli intermediari finanziari un maggior costo, quindi una diminuzione di profitto.

Mi e’ capitato spesso di imbattermi in prodotti che le Poste hanno collocato, ma che  sono in realta’ emessi da altre banche, quindi   garantiti da questi ultimi soggetti. Una questione che va verificata prima di sottoscriverli.

Un esempio di prodotti da verificare attentamente sono le  obbligazioni indicizzate all’andamento della borsa. Spesso sono a   capitale  “garantito”. Uno slogan che ha sempre un forte appeal per i risparmiatori. Ma occorre sottolineare alcune questioni:

1)    la garanzia di rimborso e’ della banca emittente e non delle Poste

2)    la garanzia vale solo alla scadenza, per cui non opera se occorre liquidare l’investimento in anticipo

3)    il rendimento finale, anche nel caso di andamento positivo dell’indice di borsa, spesso non e’ di molto  superiore all’ acquisto puro e semplice di un titolo di stato

Piu’ semplici (ed e’ gia’ un merito)  i tradizionali   Buoni fruttiferi ordinari, emessi regolarmente,  con tassi di rendimento che  cambiano e si adeguano alle condizioni del mercato. In caso di emissioni piu’ convenienti,  il cliente puo’ chiedere il rimborso del titolo precedentemente acquistato e sottoscrivere quello appena uscito.

Un vantaggio dei buoni postali e’ quello di poter essere riscattati sempre a valore pieno piu’ gli interessi maturati, mentre i buoni del tesoro, essendo quotati, risentono dell’andamento dei tassi di mercato. I titoli di Stato vengono collocati normalmente a 100, e a 100 rimborsati, ma durante la loro vita possono quotare  sopra o sotto tale prezzo, e se avete bisogno di liquidarli prima della scadenza potreste non recuperare il  capitale investito.

Inoltre  i buoni postali godono della tassazione agevolata dei Titoli di Stato (12,5%) e sono garantiti sia dalla Cassa depositi e prestiti, che dallo Stato

In un  recente Corso organizzato dal Prof. Scienza,[2] che  considera i buoni postali un ottima soluzione difensiva per i risparmiatori italiani (concordo al 100%), si e’ evidenziato come un buono sottoscritto 30 anni fa avrebbe reso il 6% reale annuo (in pratica 1 milione di vecchie lirette sarebbe diventato circa 7900 euro)

Molto interessanti, per la difesa del capitale nel medio termine (10 anni), i buoni postali indicizzati all’inflazione, anche se attualmente i rendimenti sono esigui (0,50 % oltre al  recupero dell’inflazione).

 

[1]  Per essere precisi bisognerebbe distinguere tra Bancoposta, struttura di  Poste italiane e  Cassa Depositi e Prestiti, partecipata del Ministero dell’ Economia.

[2] Risparmio e previdenza: cosa e’ piu’ sicuro ? , Torino 14 giugno 2014