Riprendo brevemente il concetto di “battere il benchmark”: l’alternarsi di fasi di rialzo e di ribasso, anche violente (prima la crisi “greca”, poi quella “cinese”) non ha impedito il conseguimento dell’obiettivo. Il sistema, tarato su base settimanale, ha fornito una decina di “segnali” in circa otto mesi di attivita’.
Nei mesi iniziali dell’anno, la spinta rialzista e’ stata imperiosa, (il sistema entra e mantiene le posizioni, fatte salve parziali prese di posizione su ipercomprato). In seguito una forte volatilita’ ha preso il sopravvento:in queste fasi convulse e poco direzionali, il sistema perde rendimento, trovandosi a ricomprare, a prezzi piu’ alti, cio’ che ha venduto, magari poco prima. Per contro, guadagna rendimento relativo, rimanendo sottoinvestito, durante il ribasso. Fare meglio dell’indice quando scende e’ piuttosto facile, basta non essere investiti al 100%, fare meglio quando il trend e’ rialzista “permanente” diventa molto difficile, a meno che non si usi la leva, vale a dire quegli strumenti (tipicamente opzioni o future) che consentano di essere investiti al 150 o 200 % (o anche piu’) del patrimonio del fondo.
Si tratta di una modalita’ (cosi’ come quella di vendita allo scoperto o ribassista) non prevista per la nostra “esercitazione”, ma che va considerata per completezza metodologica. Modalita’ che peraltro puo’ essere utilizzata da un privato investitore, persino con un comunissimo etf, ma tipica dei fondi speculativi o hedge fund , mentre e’ vietata ai normali fondi comuni di investimento.
Tra l’altro l’uso della leva consente un utilizzo minore dei capitali a disposizione, che possono cosi’ essere “parcheggiati “ su strumenti a basso rischio (andando a rimpinguare i rendimenti); a tal proposito si vedano le analogie con le tecniche barbell, illustrate nella sezione metodologica di questo sito (“un approccio alternativo alla diversificazione”)
Va aggiunto che :
- Tutti i sistemi di trading “direzionali” perdono nelle fasi laterali, in cui il mercato stenta a trovare un trend. Bisogna utilizzare la regola aurea del trading : “tagliare velocemente le perdite e lasciar correre i profitti”…
- Una volta conseguita una “sovraperformance”, come nel nostro caso, basterebbe essere indicizzati , vale a dire comprare un etf per la totalita’ del nostro fondo, per continuare a “battere il mercato” all’infinito…
- Nel lungo termine, fare “solo” meglio del benchmark potrebbe essere comunque insoddisfacente ; “battere” , con una performance di -15%, un mercato che e’ sceso del 20%, non e’ il massimo … Questo e’ il motivo per cui il 10 gennaio, quando registravamo una sovraperformance di 3,5 punti percentuali rispetto al benchmark (piu’ alta di quella con cui abbiamo chiuso l’esercitazione) non ci siamo indicizzati … il rischio poteva essere quello di chiudere l’anno battendo il benchmark, ma conseguendo un – 6,5 % di rendimento, a fronte di un indice a – 10 % !